giovedì 3 marzo 2011

Quelle parole che non verranno mai dette.


E' davvero triste (o felice?) dire che fino a domenica sera non potrò uscire a tavola con i miei, perchè puntuale mio padre incalzerà con le sue odiose inutili domande.
Oggi pretende addirittura che gli mostri il braccio. Se lo può sognare. Mi sono alzata da tavola con una faccia impassibile e mi sono chiusa nello studio. Non voglio vederlo.
La realtà é che a questo dolore non c'è spiegazione.
E io dovrei persino giustificarmi del perchè ho sofferto. FANCULO.
Non era questa la comprensione che cercavo.

Che diavolo dovrei dire? Che mi tagliavo per Guido?
Che cosa potrebbe dire mio padre se leggesse il suo nome inciso sul mio braccio?
Non ci voglio più pensare.
Davvero, il solo pensarci fa troppo male.


Veniamo a un'altra cosa.
Presto mio fratello farà il compleanno e inviterà tutti i suoi amici.
Anche G. si intende... e io dovrò per forza uscire, in questo stato.
Non so se avrò il coraggio di sedermi a tavola.. di fronte a lui...
ma dovrò farlo... che diversivi potrei avere?

Con il mio peso...
non so come ma la mia pancia si è misteriosamente appiattita.
Sarà che continuo a bere...bere...bere... con il ciclo stavo malissimo.
Ma devo dire che ultimamente non penso a niente.
Le calorie non contano... così come il peso.
Mi guardo allo specchio e vedo la ragazza che voglio vedere.
Non c'è niente di strano in me, ultimamente...
ho solo voglia di mangiare quando mi pare. Non abbuffarmi. E' diverso.


Lo studio invece va da schifo. Non tocco un libro da novembre.
Così come non varco la soglia della scuola da fine novembre.
Sono passati già 4 mesi, e non mi sembra vero... 4 mesi di non-vita.
A che scopo ho fatto tutto questo?
Sono davvero cambiata...?
Naturalmente sì.
Prima vivevo solo per realizzare il mio sogno: stare con G.
cosa che non è successa. Per quello a un certo punto sono crollata.
Lui era tutto. Io ero un optional.

Ora è diverso.

Ora riesco a sentirmi davvero protagonista della mia vita.
Anche se al momento sono quella che è nel fondo del baratro... quella che sembra avere smarrito completamente la strada... la realtà è che non cerco più me stessa negli altri.
Perchè io sono questa, qui, e basta. Non vivo negli altri.
Posso solo cercarmi dentro me stessa.

Valuto bene ora, a chi dare il mio affetto e chi trattare con diffidenza.
E' come se quelle persone sapessi distinguerle a pelle.
Non tutti meritano il nostro amore.
NON TUTTI.

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